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Trento, 12 maggio 2009
Palafitte di FiavÉ: attuazione dell’ordine del giorno del 21 dicembre 2006
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Il Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella seduta del 21 dicembre 2006, in relazione ai disegni di legge n. 198 concernente "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2007 e pluriennale 2007-2009 della Provincia autonoma di Trento (legge finanziaria 2007)" e n. 199 concernente "Bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per l'esercizio finanziario 2007 e pluriennale 2007-2009" ha approvato un ordine del giorno, il n. 134/XIII, dal titolo “Ricostruzione del villaggio palafitticolo presso la torbiera di Fiavè”, impegnando la Giunta provinciale “affinché nel triennio 2007-2009 - a valere sui fondi del capitolo 356700/001 - unità previsionale di base 35.15.210 del bilancio provinciale - siano assicurate le risorse economiche per la completa ricostruzione del villaggio palafitticolo presso la torbiera di Fiavé”.

Nella premessa dell’ordine del giorno si legge che “tra i siti archeologici del Trentino, un posto di primo piano è rivestito dalle palafitte di Fiavé, nelle Giudicarie Esteriori, conosciute e studiate a livello internazionale. L'insediamento palafitticolo sulle sponde dell'antico lago Carera, che risale all'età del Bronzo in un periodo che va dal 2300 al 1200 a.C., è infatti uno dei più importanti d'Europa. Le prime scoperte avvennero nella seconda parte dell'800, quando il lavoro di escavazione della torba da parte della società francese Cinque et Ennis portò alla luce i primi reperti. Nel 1883 l'archeologo Paolo Orsi scrisse della possibile esistenza di un abitato lacustre. Il primo testo divulgativo di queste importanti scoperte lo si deve a don Luigi Baroldi, studioso di geografia, che nel 1893 pubblicò le "Memorie di Fiavé e delle Giudicarie", libro dedicato a don Lorenzo Guetti allora curato del paese giudicariese. Nel 1940 la Soprintendenza delle antichità delle Venezie eseguiva un piccolo scavo, bloccato però dopo pochi giorni. A partire dal 1969 iniziavano le campagne di scavi sistematici della zona a cura del Museo Tridentino di Scienze Naturali, sotto la direzione del maestro Perini. Le campagne effettuate dal 1969 al 1976 hanno portato alla luce circa 800 metri quadrati, un decimo dell'area che si presume contenga resti di abitati palafitticoli. L'attività di studio e ricerca nel tempo è stata assunta dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Provincia di Trento, che nel corso degli anni ha sviluppato anche una qualificata azione di formazione e di divulgazione attraverso seminari di archeologia sperimentale ed appuntamenti di rilievo internazionale. Da decenni il paese di Fiavè, ma si può dire le intere Giudicarie ed il Trentino, attendono un'adeguata valorizzazione dell'area palafitticola, posta in parte all'interno del SIC- Sito di importanza comunitaria della "Torbierà di Fiavé". Solo nell'ultimo decennio dalle promesse e dai progetti si è passati finalmente ai fatti. La Provincia ha finanziato il recupero, da parte del comune di Fiavé, del pregevole edificio ex-casa Carli nel centro storico, all'interno del quale è in fase di allestimento da parte dell'assessorato alla cultura un importante museo - centro di documentazione, che dovrebbe essere aperto al pubblico fra non molto tempo. Contestualmente la Provincia ha acquisito da privati l'area prossima agli scavi, al fine di realizzare sul campo una parziale riproposta di un vero e proprio villaggio palafitticolo, anch'esso secondo le più moderne esperienze di documentazione scientifica. Quest'ultimo progetto è stato redatto dal professor Ferrara architetto dell'Università di Firenze con la collaborazione tecnico - scientifica, e sotto la supervisione, della Soprintendenza per i beni archeologici provinciale.

E' chiaro che la valorizzazione ed il "lancio" di Fiavé nel panorama delle mete del turismo culturale potrà compiersi solo con il completamento del binomio museo-parco delle palafitte. I due progetti infatti sono complementari e si integrano perfettamente. Ma senza il secondo (il parco), il primo (il museo) non potrà riuscire evidentemente ad assicurare il dovuto successo all'iniziativa ed agli investimenti pubblici effettuati. Occorre infine ricordare che sul completamento dell'offerta culturale di Fiavé è stato costituito e riconosciuto ai sensi della legge provinciale l'Ecomuseo della Judicaria, primo ecomuseo del Trentino e che la valorizzazione turistica dell'area è tra gli obiettivi prioritari del comune di Fiavé e dell'Azienda per il turismo Terme di Comano-Dolomiti di Brenta”.

Rispetto a quanto votato dall’aula consiliare due anni e mezzo fa qualcosa si è effettivamente mosso, ma molto rimane ancora da fare e sempre più tanti cittadini, ma anche i Comuni e le associazioni locali, si chiedono quali tempi sarà necessario attendere per vedere finalmente all’opera il museo dell’ex casa Carli ed il parco archeologico alla Torbiera di Fiavé.

Tutto ciò premesso

si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere

1. a che punto è l’iter per l’apertura al pubblico del museo situato all’interno dell’abitato di Fiavé, quando si presume che potrà essere aperto al pubblico ed a quanto ammontano gli investimenti fino ad ora sostenuti dalla Provincia;

2. a che punto è l’iter per la realizzazione del parco delle palafitte alla Torbiera di Fiavé, a quanto ammontano le opere da realizzare e quando ritiene che potrà essere finalmente aperta al pubblico anche quest’opera tanto attesa per il rilancio di uno dei patrimoni culturali più importanti del Trentino;

3. se la Provincia abbia individuato le soluzioni gestionali per il Museo e per il Parco delle palafitte e se non ritenga che possa essere coinvolto in questa funzione, oltre al Comune, anche l’Ecomuseo della Judicaria “Dalle Dolomiti al Garda”, riconosciuto dalla giunta provinciale ai sensi della legge vigente.

Cons. Roberto Bombarda

     

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